PHILIP MORRIS “IN FACTORY”: Arte e produzione si incontrano 2016
Vincitrice con: TRASFIGURAZIONE
Area progettuale 1: “ECCELLENZA E BELLEZZA” – intervento “narrativo” su 4 muri esterni di 6m x 48m, sul lato est degli edifici 210, 220, 120, 110, visibili dalla «spine». Ciascuna parete dovrà contenere come base il colore identificativo del building corrispondente.
L’iniziativa “In Factory” è espressione del costante interesse di Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna per la vita culturale della sua regione e in questo caso del suo interesse a promuovere l’accesso all’educazione e all’arte.
In particolare Philip Morris MTB ha fornito alla Accademia di Belle Arti di Bologna un contributo finanziario per premiare con nove borse di studio le migliori idee per un intervento artistico concreto in uno stabilimento industriale: la nuova fabbrica a Crespellano (BO).
CONCEPT DELL’OPERA: TRASFIGURAZIONE di Monica Serra
Per questo particolare progetto in cui l’arte va ad inserirsi in uno stabilimento di grandi dimensioni e dalla struttura imponente, ho voluto analizzare il contesto specifico affinché tutti gli elementi potessero risultare armonici tra loro.
Per la mia elaborazione sono partita dalla base: dare omogeneità all’orizzonte, pertanto, ho cercato di compensare la prospettiva interna, limitata dalle finestre, il che mi ha fatto propendere per la suddivisione dello spazio in due fasce parallele: attribuendo a quella più bassa il solo effetto cromatico del colore scelto in sintonia con l’edificio, riservando quella sovrastante alla composizione grafica. In tal modo questa demarcazione ha permesso: di mimetizzare le porte delle pareti stesse, annullando la loro percezione visiva, di definire un binomio tra l’identità dello stabilimento, che emerge dal colore, e l’espressione artistica, consentendo all’opera di concretizzarsi in un processo narrativo che muove dalle sole suggestioni visive.
Una volta definita l’area in cui inserire il progetto artistico mi sono concentrata sulla scelta del materiale da utilizzare: il vetro. Ritengo che questa scelta, seppur di difficile gestione, soprattutto per le grandi dimensioni, potrà impreziosire la resa finale dell’elaborato e garantire una maggior durata nel tempo; inoltre per prolungare la visibilità della raffigurazione anche nei momenti di luce scarsa, ho previsto un’applicazione illuminotecnica a completamento della stessa.
Tutti questi elementi contribuiscono a dare diverse percezioni al visitatore, che diventa protagonista assoluto nell’attribuire significati reali o trasfigurati alle quattro dimensioni proposte. Trasfigurazione che incorpora quindi una duplice valenza: da una parte può divenire la traccia per cogliere ciò che le immagini trasmettono, dall’altra rappresenta il processo creativo degli effetti ricavati da una mia ricerca, reinterpretata e fotografata, basata sul movimento fluido del pigmento nell’acqua.