LA SPERIMENTAZIONE ARTISTICA DELLA METAMORFORSI DI MONICA SERRA
Cosa c’è di più instabile e informe dell’acqua?
Sembra quasi una contraddizione che questo elemento, indomabile per sua natura, venga utilizzato da Monica Serra per dar vita a sperimentazioni artistiche e generare opere uniche nella loro molteplicità di forme, colori e materiali. L’opera d’arte non solo è frutto dell’abilità, ma nasce anche della passione che spinge l’artista a sentirsi demiurgo del suo operato, come un tutt’uno tra mano, mente e spirito.
L’attrazione per i liquidi e per il colore hanno condotto Monica Serra verso questa ricerca artistica che affonda le radici nella tecnica decorativa della carte marmorizzate, ma che è riuscita a reinterpretare e personalizzare in risultati a dir poco sorprendenti.
Tutto nasce dalla possibilità di lavorare diverse tipologie di sostanze, quali solventi, oli, acrilici e smalti, facendoli venire a contatto con la superficie liquida, da lì generare infinti giochi visivi. L’acqua è all’origine di ogni sua creazione e si unisce all’intensità del puro colore in danze turbinose, grazie ai suoi movimenti continui ed imprevedibili. Non c’è un ordine o regola predefinita, perché ogni volta la perenne trasformazione genera un’esperienza diversa che non sa dove porterà, quale risultato potrà dare. L’artista si lascia liberamente ispirare dal proprio istinto, come richiamata da una forza ancestrale insita in quell’elemento che sente essere suo, ed è solo così che l’inconscio diventa portavoce della sua emotività. Galassie pittoriche, che rispecchiano il suo mondo onirico interiore, prendono magicamente corpo, ed allo stesso tempo donano a noi l’opportunità d’immergerci nel fascino dell’immagine, facendo scattare nella nostra fantasia sogni e viaggi surreali unicamente nostri.
Il momento della metamorfosi, prima di trovare la sua stabilità attraverso la stampa, viene immortalato da una serie di scatti fotografici che lo bloccano sulla carta. Studi diversi incrociano in questo modo le loro strade, perché se da una parte la libertà d’azione rende possibile l’eterno mutarsi della sostanza pittorica, dall’altra, la fotografia permette d’ingrandire e fissare ciò che l’occhio nudo in quel preciso instante non è in grado di vedere, e come una sonda, agisce sempre più in profondità, portando alla luce forme segrete e riscoprendo la quantità illimitata di universi possibili che vi sono oltre la superficie. Sono corpi indistinti che ricordano le cellule sul vetrino del microscopio, come se davvero l’artista volesse fare la radiografia della sua anima per scoprire le infinite connessioni che legano l’energie dell’uomo con quelle del cosmo. I colori sono spalmanti in nebulose traslucide che ricordano l’esplosione e la fusione degli atomi all’origine della vita, di volta in volta analizzati con una lente d’ingrandimento.
La creatività di Monica Serra non si ferma qui, dal momento che anche nell’ultimo step dà prova della sua ricerca sperimentale, cercando il giusto supporto su cui l’immagine pittorica possa trovare una sua collocazione e un suo possibile uso: vetro, tela, stoffa, plastica, argilla, tessuti, fino ad arrivare ai prodotti alimentari, come lo zucchero, per creare opere di carattere più concettuale. Non c’è limite alla fantasia dell’elaborazione tecnica, volta a qualificare i materiali più svariati attraverso un loro riutilizzo, e quello che sicuramente emerge da ogni suo esperimento artistico è l’esaltazione massima del pigmento e del contrasto del colore, influenzata dagli insegnamenti dell’arte informale e dalla sconfinata apertura artistica che questa ha prodotto.
A cura di Monica Boghi